METODO CHIRURGICO

Per la correzione del piede torto tanti ortopedici ancora oggi fanno uso della chirurgia. Questa metodica ha basse percentuali di successo, in età adulta possono presentarsi dolori e problemi anche gravi al piede. In genere sono eseguite manipolazioni e applicati gessi per 5-6 mesi, o anche di più, senza successo. Per completare la correzione sono proposti interventi chirurgici invasivi e pericolosi come l’allungamento a zeta, la capsulotomia posteriore, il release postero mediale (intervento di Codivilla). Poi valve, doccette, scarpe ortopediche per diversi anni.I risultati sono spesso negativi, i piedi tendono ancora a recidivare, diventano rigidi, con il passare degli anni possono fare molto male e la funzionalità è limitata.Purtroppo è ancora un metodo utilizzato in Italia, anche nei centri ortopedici più importanti. Molti ortopedici dicono di usare il metodo Ponseti, ma in realtà utilizzano un metodo meno efficace più simile a questo. La metodica tradizionale è oramai superata come cura per il piede torto. Per quanto precisa sia l’operazione di chirurgica, è pur sempre una operazione di chirurgia invasiva: essa prevede una doppia incisione chirurgica (una nella parte posteriore e una nella parte interna del piede) e quindi una liberazione e allungamento delle strutture tendinee, muscolari e articolari che bloccano il piede nella posizione di deformità. L’intervento è molto invasivo, in quanto incide di netto tutta la struttura tendinea e muscolare del piede. Anche nei casi con esito positivo, diventa un pericolo latente e presente per tutta la vita del paziente. La percentuale di guarigione per il metodo tradizionale, stimata al 20%, seppur molto bassa rispetto al metodo Ponseti che sfiora il 100%, è semplicemente un falso, in quanto non tiene assolutamente conto della funzionalità del piede in età adulta!

Possibili complicanze del trattamento chirurgico:

  • Necrosi cutanee e deiscenze delle ferite chirurgiche
  • Danni osteocartilaginei
  • Danni alla cartilagine di accrescimento
  • Necrosi alla testa dell’astragalo per l’eccessiva aggressione
  • Incompleta correzione o mancato mantenimento della correzione ottenuta
  • Ipercorrezione con valgismo del retropiede e pronazione